Sempre più clienti, dai wine bar metropolitani ai ristoranti di cucina creativa, chiedono un rosato di qualità. La vinificazione in rosato, a lungo considerata una nicchia, è oggi una delle categorie più dinamiche nel settore vinicolo italiano. Il motivo? Versatilità gastronomica, freschezza aromatica e appeal visivo inconfondibile.
Per chi opera nella ristorazione o in enoteca, conoscere le basi della vinificazione in rosato non è solo utile: è un vantaggio competitivo.
Nel nostro percorso, prenderemo come riferimento il Rosé des Riceys Chanseaux, un vino rosato della zona di Riceys distribuito da Philarmonica. Grazie alla sua eleganza e al profilo aromatico bilanciato, rappresenta un esempio concreto di come la vinificazione in rosato possa generare prodotti di alto livello, ideali per la proposta Ho.Re.Ca.
L’estate è la stagione per eccellenza delle cene all’aperto, dove la convivialità si fonde con i profumi intensi delle carni alla brace. In questo contesto, la scelta dei vini per grigliate di carne diventa determinante per completare l’esperienza sensoriale degli ospiti. Un abbinamento ben studiato può esaltare i sapori affumicati, ammorbidire le note più forti della carne e contribuire a creare una proposta gastronomica di alto livello.
Freschi, profumati e immediatamente riconoscibili, i vini bianchi mossi fruttati conquistano per la loro versatilità negli abbinamenti e la piacevolezza al palato. Un bianco fruttato deve esprimere sentori netti di frutta a polpa bianca o gialla, accompagnati da bollicine sottili e da una struttura leggera o media.
La definizione di “mosso” indica la presenza di una leggera effervescenza, dovuta a una quantità moderata di anidride carbonica residua. Questa caratteristica distingue i vini mossi sia dai vini fermi (privi di bollicine) sia dagli spumanti (più ricchi di pressione e spuma). La componente fruttata deriva dalla varietà dell’uva, dalle tecniche di vinificazione e da un affinamento breve, che preserva l’aromaticità.